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La sindrome dell’occhio secco

  • by: Farmacia Alben
  • 5 Ottobre 2018
Farmacia Alben Sindrome occhio secco

Secondo l’organizzazione mondiale della sanitàLa sindrome dell’occhio secco (SOS) è un disturbo della società moderna molto sottovalutato e ignorato. Le statistiche epidemiologiche  parlano di 350 milioni di persone nel mondo che ne sono affette.In Italia la S.O.S. coinvolge il 25% della popolazione generale. Ma raggiunge il 50% nelle donne dopo i 45 anni il 90% in quelli meno pausa. Gli uomini sono più fortunati, 25% dopo i cinquant’anni. Il 50% di chi usa lenti a contatto soffre di occhio secco.Il primo ad accorgersi dell’insieme di sintomi che la contraddistinguono fu Andrew De Roetth nel 1950 Ma la definizione risale al 1995 ed è stata coniata dalla commissione internazionale del National Eye Institute. La esso S e un’alterazione del film lacrimale, la sottile pellicola che riveste la superficie anteriore del mucchio e che lo protegge dalle aggressioni chimiche e fisiche che provengono dall’esterno.

Esistono due forme: la dislacrimia, Dovuta a eccessiva evaporazione lacrimale (86% dei casi) e la ipolacrimia, Legata a ridotta produzione di lacrime. I disturbi più comuni in entrambe sono bruciore e prurito insistente, lacrimazione il regolare il secrezioni, a volte scatenate da agenti atmosferici o ambientali, sensazione di corpo estraneo, visione offuscata, fotofobia, dolore, difficoltà ad aprire gli occhi al risveglio e necessità di strofinarli spesso durante la giornata.

Il film lacrimale ha una composizione complessa e ricca di numerose sostanze nutritive e produttive, tutte necessarie e in equilibrio tra loro. La sua presenza in dose adeguata consente all’occhio di muoversi nelle varie direzioni ubbidendo ai comandi del cervello e di avere quindi una visione completa nello spazio. La struttura trilaminare: uno strato lipidico più superficiale, uno strato acquoso sottostante e uno strato mucoso interno. La dislacrimia, la forma più frequente, può essere provocata dall’ostruzione o dal mal funzionamento delle ghiandole di Meibomio delle palpebre, Che secernono la componente lipidica del film, detta mebus, in questo caso il film diventa troppo acquoso e può andare incontro a un’evaporazione fino a 16 volte più veloce del normale. La ipolacrimia, al contrario, si verifica quando le ghiandole lacrimali non secernono in quantità sufficiente la componente acquosa che mantiene l’umidità oculare.

La S.O.S. è sempre più diffusa a causa della comune abitudine a passare un gran numero di ore della giornata davanti a un monitor, sia esso quello del computer al lavoro o a casa, di un tablet, dello smartphone o della Tv. Questi strumenti, ai quali non sappiamo più rinunciare, non hanno colpe intrinseche. Sono gli utenti che ne abusano, utilizzandoli per troppo tempo è una distanza troppo ridotta dagli occhi, magari perfino a letto a risveglio o prima di dormire. Occorre ricordare controllato può provocare problemi alla vista e alterare sensibilmente la produzione di film ma lacrimale.

Fattori di rischio abitudini possono scalare una catena di eventi negativi. Una secchezza iniziale  leggera può progredire e coinvolgere tutta la superficie oculare, le ghiandole lacrimali, le ghiandole del Meibomio e la finissima rete di recettori e terminazioni nervose di cornea e congiuntiva. Variazioni quantitative e qualitative del film lacrimale possono danneggiare l’intero segmento anteriore dello più creando deficit visivi seri. La parte dell’occhio più arrischio è l’epitelio  superficiale della cornea: quando  si altera si possono creare scompensi metabolici tra la parete interna e quella esterna.

Il caposaldo della terapia è l’utilizzo regolare di sostituti lacrimali ad ampio spettro nell’arco della giornata, insieme a un’accurata igiene della palpebra.Quindi, se si sospetta la presenza di occhio secco, si consiglia un collirio, un gel o uno spray e delle salviette umidificati specifiche per la pulizia oculare. Inoltre si ricorda di seguire uno stile di vita più sano: necessità di bere molta acqua e di mangiare tanta frutta e verdura per migliorare l’interrogazione generale dell’organismo e, quindi, anche quella dell’occhio. Utile l’assunzione di omega3, vitamine B3,B6,B12 e antiossidanti integratori o con una buona dieta bilanciata e completa. Un altro accorgimento da ricordare è quello di tenere sotto controllo l’umidità dell’aria negli ambienti dove si vive, si dorme e si lavora. Questo è ancora più importante per bambini piccoli e anziani, che tendono a disidratarsi con maggiore facilità. È bene inoltre, pur un limite di tempo all’uso di strumenti elettronici e ricordare di tenerli ad almeno 30 cm dal viso. Come sempre quando la situazione è dubbia o complessa e meglio che il paziente si rivolga a un oculista per una diagnosi più precisa con strumenti specialistici.

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